Selfhelp

Incontri fortuiti…diffidate dal caso

La riflessione del giorno riguarda gli incontri occasionali, fortuiti (non fortunati), inattesi, inaspettati, insomma quelli che ti ritrovi lungo il cammino e sui quali inciampi quando invece sarebbe il caso di girarci attorno… se solo avessimo la prontezza di farlo! Ad ogni modo, come avrete intuito, mi piace fare da cavia nelle mani del destino prestandomi ai suoi giochi così come farebbe una povera vittima affetta dalla sindrome di Stoccolma. Il risultato, quindi, quale può mai essere? Presto detto: è pessimo, disastroso, inenarrabile.
Al conseguimento dell’ultimo attestato conferitomi come “fidanzata peggiore dell’anno” decido di estraniarmi dal mondo e di prendermi un lungo periodo sabbatico lontano da qualsiasi relazione più che amicale, così da riacquistare quella serenità emotiva sufficiente a farmi metabolizzare delusioni e contusioni. Come procedo? Inizio col chiudere tutti i miei siti, mi do per scomparsa, esco poco e niente e al lavoro non parlo quasi con nessuno guadagnandomi l’appellativo di “strega inacidita”, che tra l’altro mi dona alquanto. Ne sono cosciente e lo faccio di proposito. Sono concentrata, molto concentrata, troppo concentrata su me stessa: guardo dritto davanti a me, con gli occhi fissi sull’obiettivo. Quale obiettivo? La totale astenia … Vogl murì di solitudine (direbbe Alessandro Siani, e io confermo). Ma proprio quando mi vedo lì, solitaria, rilassata e morbidamente adagiata sulla battigia di una spiaggia deserta, con le cuffie nelle orecchie, una bibita in una mano e un libro nell’altra, qualcuno inaspettatamente che fa? Inciampa su di me! Ma la spiaggia non era deserta? Vabe, infastidita e molto contrariata mi ribello a questo incontro casuale, mi irrito come farebbe una leonessa morsa da una tarantola: scalpito, graffio, mordo e… Eh, però. Carino il tipo! Aguzzo la vista, mi schiarisco la voce impastata dal silenzio interiore ed emetto piccoli mugolii (frasi scelte dalle migliori commedie shakespeariane che pochi conoscono ma che fanno sempre effetto). Ricomincia quindi la danza. Il più antico rituale di accoppiamento che specie umana conosca. Nessuno può sottrarsi a questo rito che di razionale non ha nulla, ma che di istintivo ha tutto. E quando l’istinto viaggia staccato dalla ragione è il caos cosmico. Dovrei saperlo ormai, dovremmo saperlo tutti. Eppure, nun ce sta niente da fa’! Quando parte l’embolo, tecnicamente parlando, non lo si può fermare! Quindi rieccomi di nuovo in corsa, senza aver neanche avuto il tempo di riposare i muscoli stanchi: passeggiata nel parco, passeggiata fuori dal parco, seratina al cinema, seratina al pub, seratina e basta. Insomma, la tradizionale routine da accoppiamento cerebrale che inizia a far viaggiare lontano l’immaginazione senza darci neanche il tempo di realizzare che qualcosa nel nostro nuovo accompagnatore stona, qualcosa che a livello consapevole non vediamo mentre ad un livello più profondo gratta, gratta, gratta…Negli anni mi sono praticamente ritrovata un minipimer nello stomaco che frulla, grattugia e sminuzza ad intermittenza consentendomi di sentire quando qualcosa nel soggetto di turno non va. Peccato, però, che la presa non funzioni tanto bene, quindi bisogna aspettare un po’ prima di capire se effettivamente la situazione non è delle migliori. Fortunatamente c’è sempre il fato a darmi una mano. E a creare quelle magiche coincidenze che rendono la vita più interessante. Eccomi dunque, dopo qualche tempo, a discorrere amabilmente con il mio nuovo accompagnatore: è carino (pare quasi un bambolotto), è gentile (nello standard) ed è appassionato (forse anche troppo). Mentre sorseggio un tè freddo e parliamo di fotografia, di viaggi e nuove scoperte scientifiche (passioni che accomunano tutti i miei ex), improvvisamente sento una voce (spaventosamente simili a quella di Gigi Proietti) che dalle profondità del mio stomaco dice: “Sentime un po’? Ma nun te pare strano a te che questo te chiama solo a certe ore del giorno?”. 
Aggrottando la fronte e scuotendo la testa rispondo: “Ma che dici? L’altra sera ci siamo sentiti dopo il lavoro e so per certo che la mattina è impegnatissimo come me”. 
Immagino Gigi storcere il muso per poi rispondermi: “Sì, ma com’è che questo te cerca solo quanno glie fa comodo a lui? Quanno glie serve na mano per il lavoro, soprattutto …Quasi che se deve fa desiderà come na verginella del tempio de Vesta. Nun me pare n’omo de cui te puoi fidà. Io to’ dico!”.
“Ah, sì? E tu che ne sai, brutto cornacchione, che stai sempre lì a farmi notare che nessuno va mai bene?”. 
“E bè, un motivo ce sarà se te o dico…A che numero semo arrivati de corteggiatori? Tra l’altro, questa è a seconda volta che stai a corteggià più te de n’omo. Vergognate, che sei na donna!”. 
“Ma brutto maleducato…A parte che sei antico. Ormai non c’è più differenza fra uomini e donne. Corteggia chi si trova”. 
“Così a vedi te. Io dico che questo tizio quanno trova un buco libero (de tempo, nun te voglio di’ artro) te chiama, diciamo pe’ fa du chiacchiere. Se no, guarda te, è sempre impegnato…l’eminente dottore”.
Sto per replicare, adirata con la mia parte inconscia. Con la fronte corrucciata e una certa pressione all’altezza dello stomaco mi sforzo di sorridere con l’intento di tenere la bocca ben chiusa. Ma proprio mentre mi decido a far finta di nulla scivola via dalle mie labbra una frase: 
“Caro, ma com’è andata la partita ieri sera?”. 
“Bene, ci siamo allenati tantissimo: schiacciate, muro, bagher…Uff, stancante”.
“Ah, me ne rallegro. E a che ora hai finito?”
“Baaah, intorno alle 10. Ma poi di corsa a nanna. Lo sai che sono quasi narcolettico”.
“Narcolettico, certo”.
Intanto dal fondo della sala da tè una donna, vagamente conosciuta, forse intravista sui social o chissà dove, mi guarda con insistenza. All’inizio la mia vanità mi fa credere che sia semplicemente attratta dal mio nuovo taglio di capelli, forse dai miei orecchini o magari dalle mie splendide Pedro Garcià. Invece no, l’attrazione è dettata da altro.
Si, alza e viene verso di noi. Mi guarda fisso negli occhi e poi guarda lui: “Ciaaaao, come stai oggi?”.
Guardo il mio dottorino con il sopracciglio sollevato, l’aria si è fatta subito pesante, molto pesante, troppo pesante. Sento Gigi agitarsi nella mia pancia: “O vedi? Guarda mo’ che te combina questa!”
Mi preoccupo, ma sorrido. Lei non accenna a presentarsi e la faccia del mio accompagnatore non mi piace. 
“Lei è…” prova a dire il “mio” lui, che inizio a temere non sia solo mio. 
“Io sono quella che vede il martedì e il giovedì, tra una partita di pallavolo e l’altra.”
Eccallà…Lo sapevo! Mi prende un coccolone. Resto salda sui miei piedi, ma preferisco poggiare la tazza. Non vorrei commettere qualche gesto inconsulto.
“ E tu chi sei?”, mi sento chiedere amabilmente a labbra tirate.
“Io temo di essere quella del venerdì e della domenica, escluso qualche incastro in settimana per coincidenze lavorative”, rispondo con un certo magone shakerato ad una rabbia furente.
Chissà quella del lunedì e del mercoledì dove sta, mi chiedo con ironia. 
Confesso a questo punto di avere una certa difficoltà a gestire situazioni come queste. Una romanticona come me si aspetta sempre il lieto fine come in “Orgoglio e Pregiudizio”, invece a questo giro vedo all’orizzonte solo “mazzate”.
Vabè, poco male. Sono pronta a sollevarmi le maniche della giacca, così per stare più comoda, e prendo tempo per riflettere sul da farsi mentre un ventaglio di opzioni mi si materializza davanti. Proprio come Tom Cruise in “Minority Report” ho una chiara visione del futuro. Voi, al posto mio, cosa avreste fatto? Ecco, voglio lasciarvi nel dubbio riguardo al seguito di quell’incontro ma nel frattempo vi offro qualche utile suggerimento per evitare situazioni tanto spiacevoli:

1. se avete concluso una relazione e vi trovate in pausa di riflessione, please restateci! 
2. se su una spiaggia deserta inciampa su di voi un uomo che, guarda caso, ha tutte le caratteristiche che vi attraggono, lasciate che vi chieda scusa e poi tornate a prendere il sole. 
3. se iniziate una nuova relazione e scoprite di essere una fra tante non passateci sopra, no. Sarebbe elegante, molto elegante, troppo elegante…ma non darebbe soddisfazione. Quindi picchiate duro, molto duro e dopo, quando avrete ritrovato la calma, ricordatevi di diffidare del caso e di quei maledetti copioni relazionali che vi fanno incappare sempre negli stessi sbagliatissimi uomini!

Hit harder, girl. Hit harder!!!

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