Cinema & Letteratura

Cinquanta sfumature di qualcosa… alla fine ci sono cascata anche io!

Inizierei subito questo articolo con un chiarimento: non sono un’esperta di “romanzi erotici”… In pratica riconosco le posizioni del kamasutra come la stratigrafia degli scavi archeologici e mi interesso di giochi sadomaso come tutti quotidianamente si interessano di antropologia forense. Detto ciò posso vantare all’attivo solo l’atavica e sfocata lettura dei famosi romanzi della collezione Harmony risalenti ai lontani anni 90. Tuttavia, in quanto lettrice accanita, non potevo perdermi questa trilogia che a quanto pare ha venduto ben 125 milioni di copie per un guadagno pari a 90 milioni di euro… Du spicci, direbbero a Roma!
La mia amica Tizzy, a tale proposito, mi ha bacchettata: “Ma come, tu che non hai ancora letto nessuna delle sfumature di E.L?”, chiamando l’autrice per nome come se fossero amiche da sempre.
“Perché, dovrei?”
“Caspita, certo che dovresti. Quella ha capito tutto”.
“Su cosa? Come far soldi?”
“Sugli uomini. Guarda, la protagonista può sembrare in principio un po’ lenta, diciamo così, ma in realtà è una tipa intelligentissima. Lei sa come ottenere tutto da un uomo”.
Ecco qua, “come ottenere tutto” (non per forza da un uomo). La mia attenzione si è focalizzata su questa frase. Quindi ho pensato: ‘aspita, questo romanzo è un manuale di manipolazione umana travestito da soft porno. Interessante. Devo assolutamente documentarmi!
Così ho dato fiducia alla mia amica e ho investito i miei soldi comprando il primo romanzo.
Dico la verità, non l’ho letto subito. Quanto meno non dopo averlo comprato, e neanche la settimana successiva. Qualcosa mi diceva di attendere l’estate e di portarlo sotto l’ombrellone. E infatti, seguendo la regola che ogni libro ha il suo tempo, quello di “cinquanta sfumature” era la settimana di ferragosto. Ho iniziato pazientemente: tra un sorso di estathé e una pallonata del Super Santos. Vabbè, forse distratta dal caldo o magari dalle urla dei bagnanti infoiati dal caldo, il libro mi pareva non decollasse. Allora, ho preso una matita e ho provato a sottolineare le parti più intriganti. In pratica, ho aggredito il romanzo come se fosse un manuale di self help nel quale avrei trovato la risposta all’esistenza umana. Da brava studiosa ho cercato, scartabellato, grattato. Alla fine ho consumato letteralmente le pagine, e una volta finito ho messo sottosopra il libro, come si fa quando si cerca un segnalibro incastrato chissà dove. Non è saltato fuori niente, salvo una delusione cocente.
Tizzy, però, era convinta che dovessi ancora far mantecare il contenuto recondito del libro nella mia mente: tipo una rivelazione delfica, che non è subito chiara ma poi man mano finisce per palesarsi.
“Tizzy, ma vedi che l’Oracolo di Delphi era una ragazzina drogata… Dava i numeri quando parlava”.
“Infatti, tu devi interpretare il messaggio che E.L ha mandato a noi donne. Immedesimati in lei. Pensa come Anastasia. Visualizza Mr.Gray”.
Bè, visualizzare il protagonista maschile non è stato difficile. D’altro canto anche il film interpretato dall’attore Jamie Dornan mi ha dato una mano in tal senso. È rimasto però in me il dubbio: ma qual è questo messaggio?
Vabbè, sarò forse un po’ come la protagonista: Anastasia Steele. Non in senso estetico, ovviamente. Intendo un po’ dura di comprendonio. Tonta, per essere più chiara. La nostra candida ragazza della porta accanto viene sostanzialmente descritta come una vera bellezza, e infatti come tutte le “bambascione” di turno la Steele avrà al massimo un QI pari a 70. Di conseguenza una donna “normale”, a vederla agire, ben volentieri le avrebbe tirato più di qualche ceffone durante la narrazione. L’istinto di picchiarla di brutto si è naturalmente intensificato dopo aver visto il film…Sì, ho visto anche quello. Perché come dice Tizzy: se non capisci il romanzo, allora le immagini ti aiutano. E giù lì a guardare la pellicola. 
“Dai – ha detto la mia amica – prova a goderti il film. Vedrai dopo”.
“Oddio, e che succede dopo?”
Vabbè, niente. Che vuole succedere… 
Naturalmente al cinema non ci sono andata. Non avrei “investito” un centesimo. Ho preferito guardarlo un sabato pomeriggio, accompagnata da una catasta di panni da stirare. Ho pensato: già che ho da fare tutto questo lavoro, almeno provo a distrarmi e mi faccio far compagnia dalle “famose cinquanta sfumature”. Noi donne siamo multitasking, è risaputo!
Il film inizia già in maniera paradossale, vabbè ma si sapeva.
La protagonista sta rincitrullita fin dal primo momento. Se dovessi parlare da insegnante le avrei fatto fare un PDP (piano didattico personalizzato) e poi avrei proposto un buon sostegno.
A quanto mi dicono, però, le donne un po’ “lalle” (leggerine, superficiali…ebeti) sono quelle che vanno per la maggiore. Gli uomini trovano intrigante avere a che fare con una donna alla quale puoi raccontare ogni genere di fandonia senza che lei batta ciglio. Una cosa del tipo: “Tesoro, tu non sai con chi stai”.
“Ah no, amore? E dai, dimmelo, dimmelo!”.
“Hai qui davanti a te un vero maschio alfa. Meglio di Alberto Tomba, di Maurizio Schillaci e Adriano Panatta messi insieme. E questa, non è pancia, ma una tavola di acciaio inox inossidabile”. 
Quindi gli uomini che hanno a che fare con le lalle di solito sono ibridi panzoni a metà fra uno sciatore in pensione, un calciatore finito in miseria e un tennista che…vabbè, lasciamo stare. 
Ecco, forse l’unico messaggio che la scrittrice ha fatto giungere ben chiaro è questo. Lo dico con certezza dopo essermi confrontata con la Stè, che è un’accanita lettrice come me. 
Una donna deve fingersi scema. Incapace, indecisa, insicura, inesperta. Deve far pena un po’ come la piccola fiammiferaia e, come quest’ultima, piazzarsi all’angolo di un hotel, magari il più importante di Londra, Tokyo o Los Angeles sperando di far gola ad un manager riccone dal piglio narcisistico ed egocentrico che voglia sottometterla fisicamente e psicologicamente. Poi, fatto questo fargli credere che lui è un dio in terra. A questo punto farsi fare tanti piccoli regali, donazioni diciamo, da accantonare in maniera parsimoniosa. L’alternativa potrebbe essere quella di contrarre matrimonio con il riccone suddetto (che non sarà mai come Mr.Gray) per poi farsi l’amante (magari il giardiniere). Quest’ultimo caso, però, lo trovo stressante. Sotterfugi vari, doppio cellulare, amiche complici e ben pagate …Nooo, troppo complicato! Insomma, il consiglio di massima di E.L ( con la quale mi sento già più amica) è fingersi idiote affinché un idiota con soldi e seri problemi di tipo comportamentale, ci prenda sotto la sua ascella aulente. Cos’altro aggiungere? Ah, già. La mia personale considerazione è che sono passati più di 200 anni da Biancaneve, Cenerentola e La Bella addormentata (il nome la dice lunga) ma il messaggio rimane sempre lo stesso: siate lalle e fatevi mantenere dal principe azzurro!

3 Comments

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