Beauty, fitness and sex

Sono vegetariana, ma…

Io sono vegetariana. Ecco, e già su questa dichiarazione si potrebbero aprire interi capitoli… di polemica per molti e di approvazione per molti altri. Cercherò di non fomentare nessuna delle due schiere (nè i carnivori nè gli erbivori) affermando semplicemente che ora sono vegetariana, ma un tempo non lo ero.
Quando e come è avvenuta la mutazione da succhiasangue a masticatrice di fieno, si fa presto a dirlo. La verità è che una buona parte del processo di cambiamento è dipeso dalla mia ipocondria. Sì, mi è bastato leggere che la carne favorisce l’insorgere del cancro per dire: “Ok, cosa posso fare per evitarlo?”. E così ho letto sulle più accreditate riviste del settore che i vegetali limiterebbero il rischio. Ma non solo; molto farebbe anche l’attività fisica e naturalmente una vita con poco stress. Quindi, da brava e disciplinata paranoica delle malattie non solo mi sono data al vegetarianesimo e all’attività fisica ma ho coinvolto tutta la mia famiglia a smettere di praticare il cannibalismo suino, bovino e ovino; poi, non contenta sono diventata istruttore di fitness e, dulcis in fundo, sono entrata in terapia (metti che qualche dilemma latente rischiava subdolamente di fomentare l’insorgere del cancro?).

Non sono esagerata, suvvia! Grazie alla psicoterapia e alla meditazione ho già risanato qualche faglia tra il terzo e il quarto chakra, ho un ottimo seguito di allieve palestrate e da quasi due settimane sto sperimentando una dieta draconiana. Il resoconto finale? Bè, è promettente!
Prima mi svegliavo in piena notte in preda agli attacchi di panico, con lo sguardo vitreo fisso nel vuoto come Nicole Kidman in The Others (e in molti altri film). Ora, grazie alla psicoterapia ho scoperto che basta alzarsi, prendere una compressa di ansiolitico, e ripetere qualche mantra del tipo: “Era solo un sogno, non era tuo padre il maniaco che voleva ucciderti. Era solo Jack Nicholson”. E torno beatamente a dormire. Riguardo all’attività fisica posso vantare un buon numero di allieve appassionate. Insieme facciamo di tutto per migliorare la nostra forma fisica! Mi chiamano tutte le mattine per dirmi cosa mangiano a colazione, quante calorie hanno ingurgitato a pranzo e se possono fare uno spuntino prima della lezione serale. Ad ogni modo, mi cercano ovunque. Sono gettonatissima tra le signore di mezza età che vogliono rassodare glutei e pettorali. Sarà che la mia linea da silfide lascia ben sperare anche loro? Il punto è che il mio segreto sta tutto nella mascella e nella mandibola. Sapete della “tecnica mascella-madibola?” No, non si tratta di una metodica speciale di masticazione. Il segreto è usarle poco! Di solito mi chiedono: ma cosa hai mangiato stamattina? Uova e pancetta come i bodybuilder? 
Ehm, no care signore…un bicchiere di latte di soia. 


Ah! 
E per pranzo, cosa cucini? 
Cous cous vegetariano: 60 grammi al massimo. 
Ah! 
E lo spuntino prima di vederci in sala? 
Una mela. 
Azz…
Ecco, da qui in poi non vogliono neanche sapere cosa mangerò per cena perchè certamente rischierebbero un collasso solo a saperlo.
Ma la domanda principale a questo punto è: non ti manca il cibo a base di carne? La scioglievolezza del grasso sulla coscia di pollo, lo sfriccichìo della pelle che si stacca dalle ossa, la colatura al sangue dopo due sole girate di piastra?
Sinceramente no. Eppure sono un’appassionata di film dell’orrore. Se tutto quello che ho appena descritto fosse parte della sceneggiatura di un film splatter potrei trovarlo finanche eccitante, ma l’idea che si tratti di una ricetta preparata da Tonino Canavacciuolo proprio no. Eppure un’esperienza ai confini della realtà l’ho vissuta. Curiose?
Sono ospite del mio nuovo fidanzato. La mia futura suocera freme all’idea di avermi alla sua tavola e giustamente, com’è tradizione al Sud, si adopera per preparare il miglior piatto mai cucinato nella sua vita. Il giorno del grande arrivo in famiglia non sto nella pelle (nel senso che vorrei essere altrove) e mi preparo ad assaggiare tutto ripetendomi gli aggettivi più adatti a definire il cibo appresi su Real Time grazie alle lezioni di Gordon Ramsay. Naturalmente il pensiero che possa esserci cibo a base di carne non sfiora minimamente i miei pensieri: al contrario. Sono pronta ad assaggiare buonissime pietanze vegetariane, massimamente condite con formaggio e uova strapazzate.

Una volta varcata la soglia di casa, però, e fatti i normali convenevoli, il mio naso da ex-carnivora inizia a sentire strane profumazioni. Che si tratti di un’allucinazione olfattiva? Esistono le allucinazioni olfattive? Sarà colpa degli ansiolitici se ho l’impressione di sentire il tipico odore di carne al forno con le patate condite in olio e rosmarino? Non lo so, ma adoro le sorprese. Adoro che mi si stupisca con il meglio quando invece io mi aspetto solo il peggio. Ed eccoci al grande momento: dopo variegati antipasti e strascinati in salsa di pomodoro con peperoncino (deliziosi), arriva il secondo! E cos’è che vedono i miei occhi? Non ci crederete. Vorrei essere nei panni dei vegani che in questo momento stanno per leggere cosa ho mangiato. Rullo di tamburi…In un letto di patate e rosmarino, con una cottura dorata e perfettamente arrosolata, profumata e succulenta mi viene servita una meravigliosa testa di agnello (con tanto di occhi, lingua, brandelli di pelle e cervello). Non c’è niente da fare: il mio naso non sbaglia mai. 
Come mi sono sentita? Come l’affascinante Willie nella celebre scena di “Indiana Jones e il tempio maledetto” quando a lei e al piccolo Shorty vengono servite teste di scimmia congelate per dessert. Per poco non sono svenuta. Tuttavia sarebbe stato alquanto maleducato rifiutare un piatto che necessita di quasi due giorni per essere cucinato. E per non porre prematuramente fine alla mia relazione ho dato vita alla mia speciale puntata del Creepshow (avete presente Zio Tibia?). 
Se può consolarvi mi sento ancora male. I sensi di colpa mi devastano e da quel momento ho intensificato le sedute di psicoterapia. Il karma mi punirà. Anzi, mi ha già punito. Adesso non sogno più di essere inseguita da Jack Nicholson che sembra mio padre (o viceversa) ma da una testa di agnello che stringe un coltello affilato fra i denti e dice: “Vieni qui coniglietta, che ti devo cucinare”…E segue una risata demoniaca.
Never a joy 😏

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