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E poi finisce che qualcuna si sposa…

Dopo un’estate breve e travagliata (non sia mai detto che si possano trascorrere delle ferie normali e in santa pace) io e le mie amiche ci siamo ritrovate nel nostro caffè preferito a fare il consueto piano di lavoro per l’inverno. La Ste’ è già alle prese con tanti pazienti a cui far perdere chili di troppo, la Lu’ non è da meno con i suoi clienti problematici mentre la Ila’ ha un sacco di beghe fra cerimonie di vario genere e aspiranti spose che le commissionano improbabili centro tavola a forma di alveari, puzzole maculate e topini muschiati…
“Ma davvero?”
“Si, si…e ci voleva anche il pelo…sulla coda…a ciuffo”.
“Ba’, avrà scambiato la cerimonia di nozze per un incontro fra zoofili – le suggerisco – Che dirti…”.
“Ma poi dico io, oggigiorno chi è ancora così matta da sposarsi?”
La Lu’ scoppia a ridere sbeffeggiando le aspiranti Cenerentola mentre Ila’ butta giù un biscotto masticandolo avidamente, e non ride per evitare di affogarsi. Io sogghigno sorniona, sorseggiando il mio tè con lo stesso sguardo che ha Crudelia De Mon quando si accende una sigaretta…E la Stè? Che fa la Ste’, non ammicca?
“Ehm, ragazze…io veramente…mi sposerei”.
Nonostante l’accortezza mostrata fino a quel momento la Ila’ finisce per affogarsi, io butto giù un intero cubetto di ghiaccio rischiando una tracheotomia d’urgenza mentre Lu’ è l’unica che riesce a dire qualcosa: “Cerimonia diurna o pomeridiana? No perché tutto il giorno non si regge: è sequestro di persona. Sappilo”.
Immaginate quanto la cosa abbia potuto traumatizzare il nostro gruppo di scapole incallite, le semper fidelis alla libertà, quelle che mai avrebbero pensato di dire sì ad un qualsivoglia rappresentante della sottospecie homo. Eppure eccoci qua: quasi non ci credo! Mi ritrovo seduta con il respiro a metà a sentire con le mie orecchie questa incresciosa notizia: la mia migliore amica si sposa! Quella che conosco ormai da trent’anni, che a sei anni aveva i capelli a caschetto come il principe azzurro di Biancaneve, la salopette che le andava larga e l’apparecchio per i denti tipo maschera da tortura di Saw l’Enigmista…Potrei quasi commuovermi, se ci penso, ma non accade!
“Se qualcuno ti sta costringendo puoi dircelo, ti salviamo noi”.
“Ma quanto sei scema Giù…. L’ho deciso io. Siamo diventate grandi, non lo vedi?”.
Mai verità fu più vera, eppure c’è chi riesce ad ignorare il tempo che passa, rimanendo attaccato unghie e denti all’idea di una giovinezza eterna. Io ormai frequento me stessa da quasi trentasei anni, anche con una certa quotidianità devo dire, ma ancora rinnego profondamente l’idea di essere diventata grande e di poter contrarre matrimonio. Ecco, dico bene: “contrarre”. Come se si trattasse di una malattia…
“Insomma ce lo dici così. Neanche un minimo di preavviso?”, chiede fingendosi offesa la Ila’.
“Vabe’ ma si sapeva…Sono fidanzata da 15 anni ormai…Giusto?”
“Ecco, appunto. Non saranno già troppi?” 
“Finiscila Giù, voleva dire che dopo tutto questo tempo era scontato”.
Bà, sarà anche vero, ma dal mio modesto punto di vista scontate sono altre cose: tipo firmare un contratto a tempo indeterminato dopo aver vinto un concorso (ecco, in effetti ancora sto aspettando), trovare il proprio cane (o gatto) che ti aspetta dietro la porta di casa mentre tutti gli altri si sono dimenticati di te, sentirsi euforici dopo aver mangiato del tiramisù fatto dalle manine sante della propria nonnina. Ma sposarsi no, chi l’ha detto che “ad una certa” sia scontato?
Ad ogni modo, una volta ammortizzato il colpo (chi di spalla, chi di sedere e chi direttamente di testa) tutte e tre abbiamo deciso di mettere a disposizione della Ste’ la nostra “scarsa” esperienza in fatto di cerimonie. Si sa, per amicizia si fa questo ed altro…E quindi eccoci in giro e sul web a cercare un fotografo: bravo ed economico, simpatico e giovane, dall’occhio artistico ma pragmatico. Un ritrattista, che sia anche un po’ paesaggista. E se ci riesce anche un pizzico documentarista. Insomma uno Steve McCurry lucano ma possibilmente a basso costo.
E poi la location. Mi raccomando, suggerisce mia madre: che sia sobria, raffinata ma non troppo, all’aperto ma non troppo, vicina ma non troppo…Uh, madonna mia!
E naturalmente un vestito per la sposa, che sia altrettanto bianco ma non proprio bianco (bianco sporco), mi raccomando senza pizzo, però non molto lungo ma manco corto che altrimenti non va bene per la chiesa.
E ancora gli abiti per le damigelle…
“Damigelle? No no, ferme un po’”, dice la Lu’.
“Che c’è? Perché non vuoi fare la damigella? Che problemi hai con le damigelle, eh? Se ci entro io in quel ridicolo vestito color verde Tiffany allora lo farai anche tu, mi sono spiegata?”
Ecco, risolto il problema damigelle.
Ora rimane solo il menù, la chiesa, gli invitati, la disposizione degli invitati (problema da non sottovalutare), la musica, l’intrattenitore, le bomboniere (vabè, per quelle ci penserà la Ila’) e dulcis in fundo la luna di miele.
“Ah, benissimo: per il viaggio ci penso io”.
“Giù, il matrimonio è di Ste’. Non puoi decidere tu dove andare”.
“Ma volevo darle un suggerimento…”, spiego con fare lagnoso.
“No. Ti devi sta buona. Nun devi fa più niente. Che di casini ne abbiamo già fatti abbastanza”.
In effetti non siamo proprio un’affermata agenzia di wedding planner, ma ci stiamo prendendo gusto. Stanche e strutte dopo tutto sto trambusto ci siamo sedute in giardino a bere un caffè:
“Ma sapete che tutto sommato questa storia del matrimonio non mi pare così male…”, rifletto ad alta voce.
“Ah, si. Proprio tu parli?”.
“Sì, insomma…è tutto così romantico”.
Le mie amiche mi guardano turbate.
“E poi c’è un aspetto da non sottovalutare che al momento abbiamo tralasciato”.
La Ste’ trasale: “Oh mio Dio, e cosa?”
“Ma l’addio al nubilato, naturalmente. Vuoi che ce ne usciamo con una pizza da bacchettone? Non sia mai detto”.
Annuiscono tutte concordi.
“Perfetto, allora almeno questa prenotazione lasciatela fare a me: non ve ne pentirete!” 😉

Be’, il seguito potrei dire che è leggenda ma in realtà sarà solo un altro strambo capitolo di “Via dalla Pazza Folla”. Stay with me e ne leggerete delle belle.

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