Selfhelp

Mai rifiutare una donna…mai!

Chiacchierando amabilmente con le mie due migliori amiche (la Ste’ e la Lu’ che ormai ben conoscete) e confidandoci le nostre rispettive paturnie (sono io quella che dà più filo da torcere al gruppo) è saltato fuori che per quanto dolce, accondiscendente e innamorata possa essere una donna, niente potrebbe impedirle di trasformarsi in un serial killer quanto sentirsi rifiutata da un uomo. Eh, già! Il tragico, drammatico rifiuto. Quel “non sei abbastanza” che nessun uomo dovrebbe mai avere il coraggio di pronunciare a meno che non voglia porre prematuramente fine alla propria vita.
Ma capiamo insieme cosa si nasconde dietro questo evento che in qualche maniera sconvolge le dinamiche di coppia.
Leggendo di qua e di là, documentandomi sull’argomento nonché confrontandomi con le mie esperte amiche, scopro che gli uomini (gli antartidei di cui ho già parlato) credono che una donna rifiutata si abbocchi qualsiasi giustificazione e che accetti bonariamente l’evento. Cioè non si arrabbi per questo, ma cerchi delle spiegazioni valide a giustificarlo. Insomma, credono che la Madre Teresa che è in ognuna di noi, ponga piamente le mani sul proprio petto e dica a se stessa: “Povero amore tesoro, stai forse soffrendo? Per quello vuoi allontanarmi? Per rifugiarti in un eremo lontano a meditare tutto il giorno mangiando bacche e radici? Ecco, gli uomini ci vedono così. Come delle rintronate. E la prova l’ho avuta chiacchierando con loro, ascoltando i loro commenti, le loro opinioni (quando ne hanno), i loro dubbi (che sono sempre troppi).
Nella top ten delle giustificazioni ci sarebbe l’idea che noi donne rifiutate pensiamo che il nostro maschio sia in qualche maniera bloccato dal ricordo della sua vecchia fiamma, quindi (povera bestia) non sarebbe in grado di lasciarsi andare ad un nuovo amore. E di solito questa è la scusa più in voga tra i maschi che intendono mollare la giovane di turno. Naturalmente dopo averne già approfondito la conoscenza!
“Scusami, non sai quanto soffra per te, ma quella storia per me non si è ancora conclusa, quindi mi serve del tempo per metabolizzare la perdita. Puoi capirmi, vero? Tu che sei tanto dolce (ma pensano sciema), tu che sei tanto comprensiva (ma pensano grulla), tu che sei…”
Insomma pensano che questa pagliacciata dovrebbe spingerci a compatirli, capirli e pure assecondarli. 
Al secondo posto troviamo subito di seguito quest’altra scusa gettonatissima. Eccola: “Nella mia vita ho sofferto tanto per amore, quindi ho molta difficoltà a lasciarmi andare. Tu puoi comprendermi, vero?”.
Io, di persona personalmente, ho sentito sia questa che la precedente baggianata nel giro di due soli appuntamenti. Quindi sono una donna molto fortunata! 🙄😑 E anche in questo caso, noi donne che tutto sentiamo con la pancia, con il cuore e con l’anima dovremmo per forza capire il più terribile dei dissidi maschili: il desiderio di essere felici da una parte e la paura di soffrire dall’altra. Come se questo possa capitare solo agli uomini e a noi donne no. Pensate quanto sono balenghi sti uomini (direbbe la Littizzetto)!
Ad ogni modo, anche in quest’ultimo caso la pia crocerossina che è in noi, dal punto di vista di un uomo, dovrebbe sentirsi chiamata in causa tanto da giustificare risposte del tipo: “Ma certo amore tesoro, lo comprendo. Lo sento quanto hai sofferto. Hai bisogno di tempo per riacquistare fiducia in te stesso. Posso dartene. Tutto il tempo che vuoi”. 
Intanto l’invalido per amore sta incrociando le dita dietro la schiena e già programma mentalmente il week end con la bionda (il tradimento avviene sempre con una bionda, sappiatelo) che ha intravisto nel lounge bar nel quale è avvenuta la fatidica confessione di infermità dell’anima.
Ora, la domanda dovrebbe essere (e dovrebbero farsela soprattutto gli uomini), ma è davvero così che accade? Queste fessacchiotte dal cuore di burro, davvero reagiscono così?
In verità vi dico … NO! Almeno non sempre. Esistono due categorie di donne che reagiscono differentemente di fronte ad un rifiuto di questo tipo. Due squadroni della morte, insomma, che si organizzano nella seguente maniera:
1. Le pie vendicative
2. Le seducenti devastatrici
I nomi sono molto ad effetto, lo so, ma riassumono bene il concetto. Partiamo con il primo gruppo. Le pie vendicatrici sono quelle con le quali gli uomini credono sempre di avere a che fare. Loro però preferiscono solo la parte “pia” e quasi mai si aspettano quella vendicativa. Invece quella è la mazzata che arriva tra capa e collo dalle “pie rondinelle” quando queste capiscono che il tizio di turno non sta metabolizzando la perdita di una vecchia fiamma, no. Né tanto meno un atavico dolore. Nemmeno. Sta solo cercando scuse per mandarle via! A quel punto scatta la vendetta. Silente, inaspettata, tagliente come la lama di un bisturi. Perché una donna non può essere rifiutata, tanto meno ingannata. Perché siamo noi le regine dell’inganno e non accetteremmo mai che un uomo ci strappi via questo ruolo. Non sia mai detto!
Arriviamo così al secondo gruppo: (il mio preferito) le seducenti devastatrici. Non c’è categoria peggiore da sfidare con un rifiuto. Una donna bella e intelligente che ha a sua disposizione i migliori strumenti che madre-natura possa offrirle, quali avvenenza e un cervello pensante, può essere terrificante! Queste ultime non accettano ovviamente le scuse sopra elencate, no. Sono troppo puerili e se le reputano vere, scartano il balengo che le ha usate in due battute perché lo valutano debole ed incapace (che ammirazione!). Se invece capiscono che si tratta di una scusa, una banale scusa, allora iniziano a far schioccare le dita delle mani, poi le vertebre del collo e giù fino alla zona lombare elaborando nel frattempo la maniera più dolorosa ed inaspettata possibile per farla pagare al maschio in questione. La metodica preferita è naturalmente quella di sfoderare tutto il proprio fascino seduttivo (perché ne hanno), la propria verve (perché tutte le donne ne sono dotate più di qualsiasi uomo) e di far soffrire lentissimamente la propria vittima fino a farla schiattare. Come? Ma presto detto. Escono ad esempio con il suo migliore amico dimostrandosi donne ideali (amabili, affettuose, accondiscendenti) e contemporaneamente stringono o rinsaldano il legame con altri suoi amici così che questi ultimi possano poi far sentire il proprio amico citrullo uno stolto ad averle piantate. Sul lavoro (sempre se il balengo lo tengono davanti anche in ufficio) sono perfette. Fanno sì che chiunque le ammiri. E dulcis in fundo, quando il pollo si è pentito, e si sente amareggiato e scartato, loro lo rifiutano, lo sminuiscono, lo umiliano! Un capolavoro di crudeltà.
Or bene cari i miei uomini dal piglio indeciso, dal finto animo affranto e il ghiaccio nelle vene…Ascoltate il mio consiglio: se non siete mossi da sentimenti veri (a provarci quanto meno visto che non tutto parte già con le farfalle nello stomaco) non rischiate di allungare troppo le vostre zampette. Perché una donna, chiunque essa sia, potrebbe rivelarsi per voi la più straordinaria di tutte esperienze ma inaspettatamente anche il peggiore di tutti i vostri incubi! 😉

Take it easy boy, take it easy!😎

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